lunedì 13 giugno 2011

Carmilla

Le abitudini di Carmilla - Una passeggiata
Un pomeriggio, mentre eravamo seduta sotto gli alberi, passò un corteo funebre. Era il funerale di una graziosa giovinetta che avevo visto spesso. Io mi alzai in segno di rispetto al loro passaggio e mi unii al loro canto così dolce.
La mia compagna mi scosse con una certa violenza e io mi voltai, sorpresa.
Disse bruscamente: "Non senti com'è stonato?".
"Al contrario, lo trovo olto dolce", ribattei irritata per l'interruzione e molto imbarazzata perchè temevo che le persone che seguivano il corteo sentissero e si ritenessero offese.
Continuai a cantare, ma venni subito interrotta.
"Mi stai trapanando i timpani", disse Carmilla arrabbiata, tappandosi le orecchie con le piccole mani. "E poi come fai a sapere che la tua religione e la mia sono uguali? I vostri riti mi feriscono e odio i funerali. Che confusione! Certo, tu devi morire... tutti devono morire; e tutti sono più felici quando muoiono. Andiamo a casa."

"Mio padre va al cimitero con il sacerdote. Pensavo che sapessi che la seppellivano oggi."
"Quella? Non mi interessano affatto i contadini. Non so chi sia", rispose Carmilla con un bagliore negli occhi.
"E quella povera ragazza che quindici giorni fa ha creduto di aver visto un fantasma e che da allora è deperita, fino a ieri, quando è morta."
"Non parliamo di fantasmi, altrimenti questa notte non dormirò."
"Spero Che il funerale sia già finito e quell'orribile inno già cantato; così le nostre orecchie non saranno più torturate da questo strazio. Mi ha reso nervosa. Siediti qui, vicino a me. Vieni più vicino e prendemi la mano. Stringila forte, forte, più forte!"
Ci alzammo per sederci su una panchina più lontana.
Lei fu la prima a sedersi. Il suo volto subì una strasfromazione che mi allarmò e mi spaventò per un momento. Si incupì, diventando orribilmente livido; strinse i denti e le sue labbra erano serrate mentre, con gli occhi bassi, si osservava i piedi. Tremava come scossa da continui brividi, quasi avesse un attacco di febbre maarica. Sembrò raccogliere tutte le energie per evitare una crisi che le faceva mancare il respiro. Poi, alla fine, ruppe in un riso isterico e piano piano si calmò.
"Guarda un pò! Ecco cosa significa soffocare la gente con gli inni!", disse. "Tienimi ancora stretta: sta passando."
E infatti passò; e forse, per dissolvere la cattiva impressione che quello spettacolo aveva lasciato sulla mia anima, divenne insolitamente animata e ciarliera; e così tornammo a casa.
Quell fu la prima volta che la vidi manifestare i sintomi della salute cagionevole di cui aveva parlato sua madre.
Fu anche l aprima volte che la vidi esprimere una certa dose di rabbia....

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