Le abitudini di Carmilla - Una passeggiataA volte, dopo un'ora di apatia, la mia strana e bella compagna mi prendeva la mano, stringendola forte per lungo tempo; arrossiva leggermente e mi guardava con occhi ardenti e languidi, respirando tanto forte che potevo vedere il vestito che si sollevava e si abbassava al ritmo del suo respiro. Aveva l'ardore di un innamorato e questo mi imbarazzava; era una sensazione odiosa eppure affascinante. Si avvicinava a me con occhi ardenti e le sue labbra mi sfioravano le guance di baci. E poi sussurrava, quasi piangendo: "Tu sei mia, tu sarai mia, io e te saremo unite per sempre". Poi si lasciava cadere di nuovo sulla sedia, portandosi le piccole mani davanti agli occhi e lasciandomi tremante.
Cercavo invano di trovare una spiegazione a quelo strano comportamento che non si poteva definire affettato e nemmeno scherzoso. Quei suoi atteggiamenti erano senza dubbio la manifestazione di un istinto soppresso e di una forte emozione.
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